QUANDO IL TEATRO ERA “MORALMENTE DANNOSO”

L’antica Roma. Quella fiorente civiltà che dominava il mondo, che aveva in pugno il futuro economico, politico e culturale del Mediterraneo. Neanche lo svago nella grande capitale e nei territori da essa conquistati era da sottovalutare. Quest’ultimo col tempo assunse anche un nome: il teatro. Il privilegio dei ricchi greci si era diffuso anche a Roma e con il tempo la città avrebbe imparato a rendere suo anche il teatro, come soltanto lei sapeva fare.
I primi anni di vita del teatro a Roma furono influenzati dall’ambigua fama della cultura greca dei tempi. Si parla di fine II secolo a.C., ossia l’epoca in cui le tradizioni greche hanno trovato il picco di diffusione nella grande capitale, con grande scetticismo da parte dei conservatori, in particolare del Senato. Soltanto un secolo dopo il teatro poté finalmente affermarsi a Roma e a quel punto ci fu un’esplosione di popolarità tra i letterati.
Tuttavia, come menzionato sopra, l’originalità non faceva di certo da padrona in questi primi anni. Ad essere interamente importati non furono solo i generi teatrali, ma addirittura gli spettacoli stessi: le opere erano ambientate in Grecia, come gli originali e mantenevano il modello ellenistico tipico degli scritti da cui derivavano. Addirittura, i più grandi scrittori teatrali romani del tempo non si curavano nemmeno lontanamente della creatività del loro prodotto, portando in scena opere già esistenti, accompagnandole solo successivamente con generi nuovi.
Dopo qualche decina d’anni venne infine costruito il primo anfiteatro, l’anfiteatro di Statilio Tauro. La vera tradizione teatrale romana, infatti, risiede non tanto negli spettacoli con copione e attori, quanto nei combattimenti. Le vere rappresentazioni romane sono gli scontri tra gladiatori, le battaglie navali e chi più ne ha più ne metta. Questo è ciò che ha caratterizzato questo popolo, e ne è prova la grande popolarità che il nuovo intrattenimento ebbe tra i Romani, tanto che la sua memoria dura fino ai giorni nostri.