NATALI DIMENTICATI

Molti sono stati i poeti e gli scrittori della nostra letteratura che ci hanno lasciato testimonianze dei propri Natali: testi semplici, intimi, familiari, spesso dimenticati dalle nostre antologie. Immaginateveli alla stessa tavola, nella stessa stanza, di una stessa sera di Natale e lasciatevi trasportare dalla conversazione…
«Per me Natale – dice Pascoli – è il caldo tepore del nido familiare; è svegliarsi nel cuore della notte al dolce suono delle ciaramelle»
«Oh le ciaramelle! – gli fa eco Verga – E le zampogne anche e gli aranci alle porte…»
«Che ricordi Giovanni!- dice Pirandello con sguardo assorto – Ricordo la mia malinconia in Germania, quando ripensavo alla Sicilia, al mio paese…».
«Su, animo animo, compare Luigi!…Non so se v’ho mai raccontato la storia di un povero cristo che, tornato a casa la vigilia di Natale, scoprì che la moglie era scappata col vicino… Di sicuro vi torna il sorriso!»
«Se per questo anch’io ne ho una bella– riprende Pirandello – Un ebreo che per ripicca, al posto di pecore e pastori, allestì il presepe del suocero con soldatini di stagno e cannoni».
«Cosa ne sapete voi di soldati e di cannoni? – interviene Ungaretti ­– Pensate al povero soldato che torna a casa, le spalle pesanti, l’animo grave, il giorno di Natale…»
E se ne torna a fissare la fiamma del focolare.
«Avete ragione don Giuseppe – dice Sciascia – Molto spesso ci si dimentica delle disgrazie altrui. Io ogni anno dopo le Feste, quand’ero maestro, leggevo le paginette di diario dei miei ragazzi. Mi ricorderò sempre di un bambino che aveva scritto: “Io il giorno di Natale ho giuocato con i miei cugini e i miei compagni. Avevo vinto duecento lire e quando sono ritornato a casa mio padre me le ha prese e se ne é andato a divertirsi lui”. Non ho mai letto niente di più triste nelle cronache dei miei ragazzi… Credo che il giorno di Natale dovremmo rammentare le disgrazie di chi sta peggio di noi».
Alla fine Pascoli si alza, annuendo, con il calice in mano: «Ad un buon Natale allora amici…a noi e a chi sta peggio di noi!». E tutti in coro rispondono con allegria al brindisi.