LES ETRES HUMAINS SELON XAVIER DOLAN

Era il maggio del 2009 quando, alla 62° edizione del Festival del Cinema di Cannes, venne presentata l’opera prima di un autore destinato a diventare uno dei nomi di punta del panorama cinematografico internazionale; si tratta di “J’ai tuĂ© ma mère”, film scritto, diretto, prodotto e interpretato dall’allora ventenne Xavier Dolan, originario di Montreal, che con questo esordio riesce a ritagliarsi uno spazio nell’industria del cinema che da lì a pochi anni arriverĂ  addirittura a definirlo un genio. 

Sì perchĂ© all’etĂ  di trentatre anni, oggi, egli conta una filmografia di otto film tutti scritti, diretti e prodotti da lui, di cui alcuni anche interpretati, montati e curati nella realizzazione dei costumi. Insomma una carriera, la sua, che non siamo abituati a vedere molto spesso e che forse merita veramente l’appellativo che gli è stato affibbiato. 

Ciò che sorprende di lui però non è solamente la quantitĂ  ma soprattutto la qualitĂ  dei suoi lavori, il suo stile così caratteristico che emerge ogni volta in modo autentico e vivido, trasportando gli spettatori in una spirale di emozioni e sensazioni tanto semplici quanto intense. Elementi cardine del suo cinema sono anche i temi che porta sullo schermo, in grado di rendere le sue pellicole accessibili a qualunque tipo di pubblico, in quanto universali; dalla relazione tra madre e figlio alla scoperta della propria identitĂ , passando per le relazioni interpersonali e la salute mentale, Xavier Dolan ha fatto della sua filmografia uno specchio della societĂ  odierna nell’esperienza di vita dei millennials, di cui lui stesso fa parte; uno specchio che riflette tutte le gioie, le paure, le insicurezze e le capacitĂ  di una generazione che vive in una costante precarietĂ  dalla quale sembra impossibile emanciparsi. Il cinema di Dolan però è anche un cinema queer, che racconta e mette in scena tutta una serie di realtĂ  differenti e uniche nel loro genere, sempre caratterizzate dalla delicatezza e l’autenticitĂ  che lo contraddistinguono. 

Insomma un artista a 360° che mette nelle sue opere tutto se stesso, tutto il suo vissuto, per raccontare storie di esseri umani così complessi e al tempo stesso così semplici, che bramano di vivere intensamente, con tutto quello che la vita ha loro da offrire.