Leggendo il titolo di questo articolo vi è sicuramente venuto in mente un semplice motivetto che vi trascinate dalle scuole elementari studiando il flauto che magari vi ha anche annoiato. Non è così?
Questo semplice motivetto è il tema dell’ultimo movimento della Corale di Beethoven, è l’inno dell’Unione Europea ed è anche Memoria del mondo per l’Unesco.
Ma perché questo semplice motivetto è così importante? Lo chiediamo al professor Tacchini.
“L’inno alla gioia, composto dal poeta e scrittore romantico tedesco Friedrich Schiller, fu musicato da Ludwig van Beethoven per il movimento finale della famosa Sinfonia n.9. Ne risultò una melodia famosissima il cui testo descrive l’ideale di una società di uomini legati fra di loro da vincoli di amicizia. La forma è, appunto come detto, il Corale, forma musicale universale per eccellenza in cui coro e orchestra sono uniti da una linea melodica principale evidenziando una forte potenza evocativa. Venne adottato come inno dell’Unione europea nel 1985 senza il testo, per sottolineare il linguaggio universale della musica che porta ideali di libertà , pace ma soprattutto solidarietà .”
Quale è la sua versione preferita e ha mai fatto lei un arrangiamento dell’Inno alla Gioia?
“Essendo un amante della filologia preferisco la versione del musicista e compositore di Bonn (Beethoven, ndr) e no non ho mai fatto un arrangiamento del Corale se non qualche piccolo adattamento per gruppi strumentali minori intesi come numero e tavolozza sonora. Ciò non toglie di godere della bellezza della melodia e della condivisione con gruppi di giovani musicisti ed in particolare con gli strumentisti del gruppo musicale del nostro liceo.”
Ed è proprio la versione della nostra orchestra che trovate qui.
Buon ascolto!