FURTO DI AURA

Wolfgang e Helene Beltracchi sono una coppia tedesca molto particolare.

I due hanno infatti conquistato il mondo dell’arte ma in maniera inaspettata: sono diventati famosi con i loro falsi.

Il loro successo non è però dovuto alla riproduzione di tele già esistenti ma alla realizzazione di quadri mai esistiti, idealmente dimenticati per decenni e misteriosamente riportati alla luce; al fine di ingannare i controlli necessari per autenticare un’opera, questi “capolavori”, oltre che essere realizzati con una precisione quasi ossessiva, erano forniti di dati preparati nei minimi dettagli, comprovabili tramite foto sui cataloghi o ascrivibili alla collezione trafugata di un collezionista così influente che il fatto non avrebbe potuto essere smentito.
Un esempio è la collezione Jägers: per rendere credibile il possesso da parte dei coniugi di alcune opere della collezione di Flechtheim, la coppia inventò la storia di Werner Jägers, ricco capitano d’industria da cui Helene avrebbe ereditato i quadri.

Ma Jägers non fu altro che il nonno di Helene e mai ebbe rapporti con Flechtheim.

Wolfgang Beltracchi ha riprodotto decine di artisti, ne ha assorbito le tecniche e ha dipinto come Leonardo, come Picasso e come Ernst.
Nel 2006 la coppia è riuscita a trarre in inganno persino la casa d’aste Christie’s, che ingenuamente ha esposto sulla copertina del catalogo d’asta la loro opera, un Ernst stimato circa 3 milioni di sterline ma che del vero Ernst aveva ben poco.

La favola da milionari improvvisati è terminata 4 anni piĂą tardi, quando alcuni scienziati hanno analizzato i colori di alcune tele di Campendonk, tra cui “Quadro rosso con cavalli”, caratterizzato da un pigmento al bianco di titanio che non poteva risalire al 1914, anno al quale i falsari avevano attribuito l’opera.
Dopo aver confessato la realizzazione dei falsi, i coniugi hanno scontatoe alcuni anni in carcere.
Da falsario Wolfgang è diventato artista, oggi le sue tele arrivano ad essere stimate migliaia di euro. 

Non è escluso che altri suoi falsi arricchiscano ancora i corridoi dei grandi musei d’Europa.