I’M DREAMING OF A WHITE CHRISTMAS

“A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai” recita un famoso jingle di una pubblicità natalizia. Sarà quello che hanno pensato i giocatori dell’improbabile partita di pallone nella terra di nessuno di Ypres il 25 dicembre 1914?
Il 28 giugno 1914 l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando fu il casus belli della prima guerra mondiale; seguiranno 4 anni disastrosi e sanguinari che sconvolsero l’intera Europa. Entrambi gli schieramenti erano convinti che la guerra sarebbe stata breve, e che sarebbe durata tutt’al più fino a Natale. La giovanile spensieratezza dei soldati si spense molto rapidamente quando si trovarono impantanati nelle trincee fangose tra topi e cadaveri, costantemente bombardati dall’artiglieria nemica. Il clima di morte e ostilità non poté però impedire l’arrivo della festa della solidarietà per antonomasia: il Santo Natale.
Nelle trincee cominciò ad apparire qualche candela e sparute decorazioni, i commilitoni festeggiarono tra loro ed intonarono svariati canti durante la vigilia. Fu così che i due schieramenti iniziarono a cantare insieme nella propria lingua, e la magia del momento fece il resto: disarmati uscirono dalle trincee, e quelli che fino a poche ore prima erano profondi nemici si scambiarono cibo, doni e un po’ di tabacco.
La mattina di Natale si riunirono tutti nella terra di nessuno per seppellire i propri caduti e onorarli con brevi funzioni religiose. Non si sa come nè perché, ma ad un certo punto spuntò un pallone di stracci e, sul terreno gelato, si improvvisò una partita. Tedeschi contro britannici, uniti in un match quasi tra amici, giocarono per una buona mezz’ora dimenticando gli orrori della guerra. Il calcio, all’epoca già molto diffuso, ebbe il merito di abolire, almeno per quella giornata, odio e nazionalismi. La leggenda vuole che la partita sia finita 3 a 2, qualcuno dice per i tedeschi, qualcuno sostiene per i britannici, ma tutti concordano che, alla fine, vinse la fratellanza.
Per il centenario dell’evento la Uefa ha inaugurato un monumento nella zona dell’ex fronte, dedicato proprio alla fratellanza fra i popoli.