Il Novecento è stato il secolo del ritorno degli ideali, degli eroi, dei miti e dell’ascesa di nuove icone. La storiografia recente sta cercando di rivalutare con occhio più oggettivo le personalità del passato scindendo storia e propaganda. Una delle figure più in “controluce” e soggetta a revisione è quella del Feldmaresciallo tedesco Erwin Rommel. Il generale incarna l’ideale del condottiero “romantico”, veterano della prima guerra mondiale e protagonista geniale della seconda, la sua vita appare come un’epopea cavalleresca, ma per comprendere meglio la sua figura bisogna spingersi oltre il mito. Rommel nasce il 15 novembre 1891 a Heidenheim in un’agiata famiglia della Germania meridionale. Educato con i doveri del buon tedesco, manifesta il desiderio di diventare ingegnere aeronautico, ma il padre, insegnante di matematica, lo orienta verso la carriera militare nel 1910. Ha il battesimo del fuoco nell’agosto 1914, quando l’esercito tedesco avanza invincibile in Francia. Le sue doti da leader impulsivo e temerario unite ad una mentalità matematica accrescono la stima nei suoi confronti ma solo dopo due decorazioni al valore viene trasferito come comandante sul fronte transilvano prima e su quello italiano dove guadagna la medaglia “Pour le Mérite”.
Durante gli anni ‘20 e ‘30 svolge il ruolo di istruttore e nell’accademia di Potsdam forma 3000 ufficiali secondo i nuovi dettami del regime nazista.
Nei primi mesi del nuovo conflitto opera nella guardia personale di Hitler, che in virtù del loro buon rapporto gli affida un’unità per l’invasione francese del maggio 1940. Nel 1941 Rommel assume la guida dell’Afrikakorps dove si rende immortale e guadagna il soprannome “volpe del deserto”. Per due anni ottiene successi insperati fino alla ritirata del ’43. Tenta di difendere la Francia dallo sbarco Alleato ma ormai il Reich è sgretolato. Ritenuto complice nell’attentato al Fuhrer sarà costretto al suicidio il 14 ottobre 1944. Proprio la tragica fine accende il “mito Rommel”, generale e patriota desideroso del bene della Germania e per questo antinazista. La sua riabilitazione avviene soprattutto per mano inglese in ottica guerra fredda: la Germania (ora BRD) non è più il nemico del mondo e grazie a figure come Rommel avviene una progressiva riabilitazione tedesca.